Gentili
Signore/i,
Vi
comunico
che in
data
11
gennaio
u.s.
sono
state
notificate
al
Comune
di Roma
le 2
sentenze
in cui
avete
vinto la
causa
contro
le
riduzioni
stipendiali
per TFR.
Il
Comune,
pertanto,
entro il
10
febbraio
p.v.
dovrà
depositare
l'atto
di
appello,
di cui
io potrò
avere
notizia
entro la
metà del
mese di
Febbraio.
Nel
frattempo,
però,
l'Ente
ha 120
giorni
di tempo
per
decidere
se
eseguire
o no le
sentenze.
Ecco
perchè
ad oggi
ancora
continuate
a subire
le
trattenute.
Il
10
maggio,
però, in
caso di
mancata
ottemperanza
della
sentenza,
e cioè
sia di
mancata
eliminazione
della
trattenuta
sulla
busta
paga di
maggio,
sia di
non
restituzione
delle
somme
liquidate
dal
giudice,
potrò
procedere
all'esecuzione
forzata
delle
sentenze.
Quindi:
ci
vediamo
intorno
a
metà
febbraio,
quando
avrò
notizia
ufficiale
dell'appello,
e a quel
punto
dobbiamo
costituirci
nel
nuovo
giudizio
di
appello,
replicando
alle
argomentazioni
sollevate
dal
comune
nell'atto
di
appello.
Dovrete
pertanto
firmarmi
la
procura
per
difendervi
in
appello,
e il
costo
del
nuovo
giudizio
è lo
stesso
di
quello
sostenuto
in primo
grado:
euro 100
a
persona.
Contestualmente,
coloro
di voi
che non
intendono
attendere
l'esito
del
giudizio
di
appello
(che
verrà
deciso
fra 2
anni) e
vogliono
intanto
ottenere
l'esecuzione
delle
sentenze,
dovranno
firmarmi
una
procura
per
l'esecuzione
forzata,
e in tal
caso mi
dovrete
consegnare
tutti i
cedolini
dal mese
di
ottobre
del 2014
fino al
mese di
gennaio
2016,
in modo
che
potrò
procedere
ai
calcoli
delle
somme
che vi
spettano,
aggiungendo
all'importo
liquidato
dal
giudice
il nuovo
importo
maturato
a
gennaio,
nonchè
gli
interessi
legali
di ogni
singolo
anno per
tutti
gli anni
di
mancato
pagamento
delle
somme
trattenute.
Si
tratta
di un
lavoro
complesso,
che vi
permetterà
comunque
di avere
la
determinazione
della
somma
precisa
che vi
spetta.
Il costo
dell'esecuzione
forzata
è,
invece,
di euro
50 a
persona.
Naturalmente,
anche
nel
giudizio
di
appelo
verranno
depositati
i nuovi
conteggi,
chiedendo
alla
corte di
appello
di
condannare
il
comune
anche
alla
restituzione
delle
nuove
somme.
Pertanto,
non
siete
costretti
ad
intraprendere
l'esecuzione
forzata
delle
sentenze,
ben
potendo
decidere
di
attendere
prima
l'esito,
fra 2
anni,
del
giudizio
di
appello.
Se però
volete
invece
avere
l'esecuzione
immediata
delle
sentenze,
bisogna
svolgere
questa
attività
ulteriore.
Concludendo:
tutti i
177
ricorrenti,
quando
ci sarà
la
riunione
(ovvero
venendo
a studio
individualmente),
dovreste
costiuirvi
nel
giudizio
di
appello,
per
chiedere
la
conferma
della
sentenza
di primo
grado e
la
condanna
alle
nuove
somme
maturate
fra il
deposito
del
ricorso
e la
sentenza
di
appello.
E il
costo è
di euro
100 a
ricorrente;
quelli
che,
oltre a
difendersi
nel
nuovo
grado di
giudizio,
vogliono
già
ottenere
nell'immediato
le
somme,
dovranno
intraprendere
l'esecuzione
forzata
delle
sentenze
(precetto,
pignoramento,
esecuzione
dell'obbligo
di
cessare
le
trattenute),
versando
al
sottoscritto
la somma
di euro
50 a
ricorrente.
Con
l'avvertenza,
pero,
che se
perdeste
in
appello
dovreste
poi
restituire
le somme
all'amministrazione.
Naturalmente,
però, io
spero di
vincere
anche in
appello.
Infatti,
se il
Comune
ha vinto
i
ricorsi
degli
altri
legali,
è perchè
i
ricorsi
andavano
impostati
diversamente.
L'impostazione
del
ricorso
che ho
fatto
per il
primo
grado di
giudizio,
mi
induce a
ritenere
che la
Corte di
Appello
potrebe
darci
ragione
anche
questa
volta.
Poi
rimarrebbe
il
ricorso
in
cassazione
e a quel
punto
chi ha
vinto in
via
definitiva
potrà
recuperare
tutte le
somme
maturate.
Ci
vediamo,
pertanto,
a metà
febbraio
(data,
luogo ed
ora da
stabilire).
Distinti
saluti.