09 luglio 2018 - 21:19

ULTERIORI CHIARIMENTI
SUL GIUDIZIO DI APPELLO

Gentili signore/i,

ad ulteriore chiarimento delle mail inererenti il giudizio di appello avverso la sentenza del Tribunale di Potenza, si precisa quanto segue: il sottoscritto, pur non avendo indicato espressamente il costo totale del suddetto giudizio, ha indicato la quota di euro 200 a ricorrente sulla base del suddetto costo totale. E cioè, essendo i ricorrenti n. 31 persone, ho stimato equo chiedere euro 200 a ricorrente sulla base di un preventivo per compenso + rimborso spese individuato in un toale di euro 6.200,00. Come ricorderete, anche in primo grado, a luglio 2016, ciascuno di voi ricorrenti ebbe a versare una somma di euro 208 a testa, sulla base del preventivo che allora era di euro 6.450,00. Era evidente, pertanto, che se nel nuovo giudizio di appello ho indicato il solo prezzo unitario a persona, ciò ho fatto stimando una somma globale che ammonta, all'evidenza, ad euro 6.200,00. In particolare, ai fini del suddetto giudizio debbo versare solo di contributo unificato euro 388,50, cui bisogna aggiungere le altre spese di notifica e trasferta, pervenendo così ad un totale di spese di almeno euro 700. Detraendo le suddette spese, il mio onorario, già comprensivo di IVA e cassa di previdenza, è quindi di euro 5.500. Considerate le tabelle in vigore per una causa del genere in un giudizio di appello, la mia parcella potrebbe essere determinata in una somma di circa 25 mila euro. Pertanto, ritengo assolutamente modica la mia richiesta di euro 5.500, cui solo aggiungendo le spese si arriva al totale di euro 6.200. E' evidente, però, che se il numero dei ricorrenti in appello non dovesse essere uguale a tutti i ricorrenti originari, la quota a persona salirebbe dovendo comunque raggiungere l'importo suindicato. Pertanto, fate bene i conti e verificate quanti sono coloro che vogliono andare avanti, ripartendo detto importo di euro 6.200 fra gli effettivi partecipanti. Se all'esito di questa operazione riterrete di procedere con il sottoscritto, mi invierete le procure firmate ed effettuerete i bonifici. Altrimenti, mi comunicherete di non voler procedere alle suddette condizioni (che in ogni caso il sottoscritto non intende modificare, essendo già molto convenienti per voi rispetto alle parcelle indicate dalla legge).
Infine, si rappresenta che la sentenza del tribunale è stata depositata il giorno stesso dell'udienza, e cioè il 14 giugno 2018, pertanto il termine per impugnare scade dopo 6 mesi dalla suddetta data, salvo che l'Avvocatura non mi notifichi la suddetta sentenza (notifica che finora non è avvenuta da parte della difesa dello Stato).

Cordiali saluti.

Avv. Giuseppe Pio Torcicollo