UDIENZA IN CASSAZIONE DEL 13 GIUGNO

Gentili signore/i,

comprendo il vostro stato d'animo e il desiderio di avere notizie in merito alla decisione assunta nell'udienza che si è svolta in Cassazione il giorno 13 giugno scorso. Tuttavia, come vi avevo detto, si è trattato di una udienza "in camera di consiglio", dove non è prevista la presenza nè delle parti nè dei loro difensori. In pratica si tratta di una udienza "a porte chiuse", dove i giudici discutono fra loro, senza che nessuno possa entrare e sentire quello che dicono. Inoltre, al termine della discussione, i giudici adottano la decisione che però, finchè non viene effettivamente depositata con le firme e il visto, non può essere assolutamente comunicata. Ho cercato di avere notizie in via ufficiosa, ma anche tramite vostri colleghi siamo solo riusciti a sapere che il procedimento è stato "definito", che cioè non c'è stato alcun rinvio ad altra udienza, nè un rinvio al giudice di appello. Pertanto, debbo dedurre che o il ricorso proposto da Roma Capitale è stato ritenuto "inammissibile" o "manifestamente infondato", oppure è stato ritenuto "manifestamente fondato", ma in tal caso il procedimento sarebbe stato rimesso alla Corte di Appello. Suppongo, pertanto, che l'ipotesi più credibile è quella che il ricorso in cassazione è stato ritenuto inammissibile o manifestamente infondato. Cioè che la causa è stata vinta in via definitiva!

Tuttavia, prima di proclamare un così importante risultato, occorre attendere il deposito del provvedimento dei giudici: adempimento che per legge avviene tra i 60 e i 90 giorni dall'udienza tenutasi. Qualora, ovviamente, in qualsiasi modo riuscissi ad avere conoscenza effettiva del provvedimento dei giudici, prima che esso sia depositato, ve ne darò pronta notizia, come ho sempre fatto. Insomma, la causa è ormai giunta al suo traguardo, bisogna solo attendere i tempi tecnici. Ovviamente, se la decisione sarà positiva, come si spera e come sembra profilarsi, mi aspetto una GRANDE FESTA!

Cordiali saluti.

Avv. Giuseppe Pio Torcicollo

 

CHIUSURA COMUNICAZIONE